Il Museo Guarnacci, uno dei Musei pubblici più antichi d’Europa, ed una delle più interessanti raccolte etrusche d’Italia. Il museo, articolato in circa 40 ambienti, su tre piani, costituisce la memoria storica della “città antica”. Iniziata nel 1732, la collezione andò costituendosi nell’attuale patrimonio per opera dell’archeologo Mons. Mario Guarnacci (Volterra 1701 – 1785), eruditissimo storico che nel 1761 la donò “al popolo volterrano”.
La Pinacoteca – Palazzo Minucci – Solaini, nella centrale Via dei Sarti, attribuito ad Antonio da Sangallo il Vecchio. All’interno della pinacoteca, troviamo, dal 1982 la Galleria Pittorica Comunale, ordinata da Corrado Ricci nel 1905. La raccolta conta moltissime opere d’arte, le più importanti delle quali:
- una tavola raffigurante San Sebastiano fra i S.S. Nicola e Bartolomeo del fiorentino Neri di Bicci;
- una grande pala del “Cristo in gloria”, commissionata al Ghirlandaio da Lorenzo de’ Medici per la Badia di San Giusto;
- una Madonna col Bambino e Santi e la tavola dell’Annunciazione di Luca Signorelli;
- la pala raffigurante la Deposizione dalla Croce del Rosso Fiorentino, l’opera che a buon diritto è considerata la perla della Pinacoteca.
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Il Museo d’arte Sacra, riaperto dopo lunghi anni di chiusura, nel 1992 ospita opere d’arte di vario tipo. All’interno del museo, troviamo alcuni dipinti, sculture in legno e fittili, paramenti sacri, le più importanti delle quali:
- le sculture in marmo, superstiti dei grandi monumenti trecenteschi della cattedrale;
- l’architrave, databile al X secolo, della chiesa di S. Lorenzo a Montalbano;
- un fregio marmoreo con rappresentazione di cherubini, opera di Mino da Fiesole;
- la pala di Ulignano, una Vergine in trono col Bambino e i Santi Pietro e Paolo, creata da Daniele Ricciarelli nel 1545, considerata opera di capitale importanza;
- la pala Villamagna, opera del Rosso Fiorentino, che la eseguì nel 1521, il medesimo anno della più celebre “Deposizione”, oggi nella Pinacoteca;
- un Crocifisso in bronzo dorato, opera del Giambologna;
- un busto reliquiario di S. Ottaviano in argento sbalzato e rame dorato, opera scampata al saccheggio di Francesco Ferrucci, ed una bellissima croce d’argento di Antonio del Pollaiolo;
- una cassetta in rame dorato, ridotta a reliquiario, probabilmente opera di Benvenuto Cellini.
Il Maschio di Volterra, la fortezza è un grandioso edificio costruito sul più alto ripiano del monte volterrano. Sul colle più alto sorgeva l’acropoli della città etrusca e romana. Una fortezza delle più formidabili che l’architettura rinascimentale abbia costruito in Italia. La fortezza, è costituita da due corpi di fabbrica, la trecentesca Rocca Vecchia e la quattrocentesca Rocca Nuova.
Nel volterrano, però, non c’è solo arte e storia; il territorio circostante è ricco di bellezze naturali e paesaggistiche, che offrono al visitatore occasioni per escursioni a piedi, a cavallo, in bicicletta, lungo chilometri di percorsi segnalati, alla scoperta di luoghi unici e caratteristici.
Curiosità dal borgo
L’alabastro, sono trascorsi più di duemila anni da quando gli Etruschi ne iniziarono la lavorazione. L’alabastro, pur tra numerose difficoltà, si lavora ancora a Volterra e, pur non costituendo più il settore trainante della sua economia, è senz’altro ancora l’elemento caratterizzante della sua cultura e della sua storia.
Il Teatro Romano, costruzione che risale alla fine del I sec. a.c. In epoca più tarda, forse per il minor interesse che destavano le rappresentazioni teatrali, o forse a causa di un terremoto che ne fece crollare una parte, fu abbandonato.
Al Teatro Romano, si accedeva dall’alto, attraverso due scale che portavano alla “summa cavea”, dalla quale si passava alle gradinate. Della scena, dietro la quale correva un lungo porticato, è rimasto il “pulpitum” e parte della struttura e delle colonne marmoree, disposte su due piani.